La bellezza della scoperta è qualcosa di irrinunciabile nel mio lavoro, ti fa stare bene, ti riempie di gioia e di voglia di condividere la tua scoperta con qualcuno che sappia riconoscere come te il valore e la qualità di ciò che stai assaggiando.

Devo dire grazie a Giorgia stavolta, preziosa spacciatrice di gioie inaspettate, perché mi ha fatto provare e poi innamorare di questo Pigato super fantastico.

Parliamo di Pigato, varietà di vermentino ligure della zona del savonese, riviera di ponente e precisamente parliamo del Marenè di Biovio a Bastia d’Albenga.

Ebbene nelle nostre whatsappate di confronto l’epiteto di questo vino è stato “una passeggiata in pineta”, e mai definizione fu più azzeccata, perché dentro quella bottiglia se non ci sei mai stato ci trovi tutto quello che circonda quelle terre e quella vigna.

Innanzitutto parliamo di una piccola realtà quasi artigianale, con filosofia da sempre “Bio” come si può dedurre dal nome, e che punta sull’autoctone e sul rispetto della natura. Vigne in collina, vicino al mare con escursione termica notturna che favorisce un bel ventaglio di profumi. E tutto ciò si riflette nell’espressione di un Pigato dove l’equilibrio lo fa da padrone articolandosi al naso tra sentori di albero da frutto, note erbacee prettamente mediterranee e una spiccata mineralità. Al palato non tradisce le premesse e si fa bello rotondo, sapido ed agrumato con un’acidità ben bilanciata.

Un vino adatto alle nostre pietanze marittime e con cui divertirsi con accostamenti particolari.

Un super Pigato tutto da scoprire e soprattutto da bere e ribere perché davvero non stanca mai

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